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MIKE MARIC

QUATTRO CHIACCHERE CON MIKE MARIC – il Re’ della “monopinna”.

Campione Mondiale di Jump Blue – per ulteriori informazioni visitate il sito : www.mikemaric.com  

Penso che chi è nel “pianeta apnea” conosca bene questo atleta / Campione che da 11 anni ha passato il suo tempo libero, al fianco di U. Pelizzari , fino a colmare il suo sogno di Campione del Mondo di Jump Blue e non solo questo.

Ho avuto il piacere di conoscere Mike durante l’ultima settimana dell’apnea organizzata da Apnea Academy /Mar Rosso – Novembre 2008.

Come la maggior parte dei Campioni di apnea ,mi ha affascinato il suo sorriso e la sua passione nel divulgare qualsiasi tipo di informazione tecnica, a chi fosse seguito e da chi lo avvicinasse solo per captare qualche segreto in piu’.

Questa collaborazione e’ unica, una vera famiglia il Mondo dell’apnea ,dove Campioni e principianti condividono le stesse emozioni nel blu’, e come la regola base dello Yoga :nessuno compete con gli altri, ma tutti competono con se stessi nella ricerca dei propri limiti e nello sconfiggere le proprie paure.

Per voi lettori , ho fatto due domande , penso interessanti, riguardanti l’uso di questo fantastico “mezzo di propulsione ” che e’ la monopinna, un mezzo che io stesso uso e che sta riscuotendo molto interesse da neofiti e agonisiti, ora a Mike la parola per svelarne alcuni “segreti”.

Quando sei nato e il tuo segno zodiacale:

Nato il 23 settembre 1973 – Vergine ascendente Bilancia.

Che mestiere fai? O meglio chi e’ Mike Maric brevemente fuori dal “pianeta apnea”?

Fuori dall’ambiente acqua, sono odontoiatra, specializzato in ortognadonzia. Amo l’ambiente universitario, soprattutto la ricerca, per cui dopo aver conseguito un master prima e un dottorato di ricerca poi, oggi lavoro come professore a contratto in Medicina Legale a Pavia, occupandomi di identificazione in ambito forense.

Come riesci ad allenarti lavorando e non vivendo al mare, come altri Campioni hanno deciso di fare (vedi Davide Carrera per esempio)?

Mi alleno tanto, compatibilmente con quella che è la mia vita professionale che non mi lascia tantissimo tempo libero. Cerco di lavorare per vivere, e non il contrario, e per la fortuna che ho, mi creo situazioni che mi permettono di dedicarmi completamente allo sport, anche se ovviamente mi manca il mare, ma quando voglio posso e so come trovarlo.

Da quanti anni usi la monopinna ? 

Relativamente da poco tempo, nel senso che l’ho provata per la prima volta ai miei primi mondiali di apnea a Ibiza nel 2001. Da lì in poi è stato un continuo crescente impegno e utilizzo volto alla conoscenza dell’attrezzo e al miglioramento.

Cosa ti ha spinto il passaggio a questo mezzo ?

Appena ho provato la monopinna per la prima volta, son rimasto colpito dalla difficoltà di utilizzo, dall’elevata preparazione tecnica che necessita, ma son rimasto estremamente affascinato per le incredibili sensazioni che è in grado di elargire: sicuramente la monopinna ti fa sognare perché ti rende più vicino al delfino.

Che benefici ritieni fondamentale un’apneista possa ricavarne dirigendosi su questo mezzo, nel confronto con le classiche pinne?

A mio avviso, comunque qualsiasi apneista che utilizza la mono, sia in piscina che al mare, vede aumentare le sue perfomance. Migliorando il livello tecnico, con un approccio specialistico e mirato nell’utilizzo di questo attrezzo, vi è una diminuzione dello sforzo, della fatica, ma sono davvero molti i parametri su cui lavorare.

Hai mai fatto dei test di paragone sulle lunghezze tra monopinna e pinna durante i tuoi allenamenti?

Si, ho fatto dei test di paragone con confronto tempo e distanza/profondità tra pinne e monopinna, tenuto conto poi che ci sono monopinne molto diverse tra loro e quindi vanno bene in contesti diversi. Mi sono inoltre molto documentato su bellissimi lavori scientifici in merito al dispendio energetico della monopinna. Ad oggi, rimane la formula 1 nell’agonismo, mentre per l’apnea ricreativa rappresenta sicuramente un’alternativa molto divertente alle classiche 2 pinne.

A che eta’ e’ consigliato un’inizio di questo mezzo e fino a che eta’ la vedi utile, calcolando i fattori fondamentali di un giovane e di un’adulto: crescita muscolare /scheletrica(nel giovane) e patologie articolari(nell’adulto)?

Attualmente i parametri minimi nel nuoto pinnato in Italia dopo 40 anni di studi in collaborazione con la Federazione Italiana Medici Sportivi sono: per chi ha compiuto 7 anni, è consentito l’utilizzo solo delle pinne, dai 12 anni in avanti si può utilizzare la monopinna. Da qui in avanti ci si può sempre divertire, a meno che non ci siano particolari problemi tali da condizionare l’attività con la monopinna, ma si tratta di casi comunque supervisionati da medici specialisti. Detto questo, utilizzare la monopinna necessita comunque di un minimo di preparazione fisica di base che sia ben mirata, per cui bisogna affidarsi a persone competenti.

Visto che sei sempre impegnato a promuovere questo mezzo in giro per il Mondo, ci potresti descrivere quali sono gli errori piu’ comuni nell’uso della monopinna ?

Gli errori classici derivano fondamentalmente da una mancanza di allenamento specifico, o da una mancata preparazione fisica in termini sia di potenziamento che di allungamento al fine di aumentare alcuni parametri di flessibilità. Se poi a questi fattori si associa la pratica da autodidatta, magari con un attrezzo sbagliato, si acquisiscono errori che possono portare a problemi o comunque a difetti che necessitano ancora più fatica e tempo per essere corretti. Da qui, la scarsa mobilità del bacino, o l’eccessiva piegatura delle ginocchia e via dicendo tutta una serie di grossi e piccoli difetti che si possono riscontrare nelle nuotate.

Pensi che sia giusto fare del nuoto pinnato per imparare la pinneggiata corretta, oppure ci descrivi brevemente come di solito preferisci partire nell’insegnamento dell’uso di questo mezzo ai tuoi allievi.

A mio avviso, partire dalle basi del nuoto pinnato è fondamentale per acquisire quella coordinazione e quella sensibilità utile e necessaria per imparare la tecnica della monopinna. In questi anni, grazie all’amicizia che mi lega a Valter Mazzei (Tecnico Federale Nuoto Pinnato) e a Stefano Figini (Pluricampione Mondiale di Nuoto Pinnato), abbiamo insieme studiato uno schema di lavoro propedeutico che, sia a corpo libero, che con le pinne corte per poi arrivare alla monopinna, permette a qualsiasi utente di acquisire una progressione di lavoro utile ad affinare la tecnica.

Quali sono le caratteristiche fisiche fondamentali da sviluppare, per poter sfruttare al massimo questo mezzo? 

Fondamentalmente bisogna lavorare su tutto il corpo, con particolare dedizione alla zona addominale e lombare. Inoltre è molto importante aumentare la flessibilità del cingolo scapolo-omerale e dedicare attenzione alla mobilizzazione tibio-tarsica.

Se dovessi e se fosse necessario come divideresti l’allenamento tecnico nella pinneggiata nel costante e nella dinamica? Sempre che ne esista una “sottile differenza”?

A mio avviso, non credo ci siano particolari differenze nell’allenamento “tecnico”tra dinamica e assetto costante, nel senso che tutto il lavoro affrontato in piscina e in palestra viene poi portato al mare, dove ovviamente cambiano tutte le percezioni cinestetiche e cambiano diversi parametri, ma la tecnica di utilizzo della monopinna rimane sempre quella: subentrano però i vari problemi di compensazione, di adattamento alla profondità, di velocità, di assetto e via dicendo.

Spesso leggo domande dai principianti sulla scelta corretta di una monopinna, tu sapresti darci qualche regola da seguire per chi volesse provare questo mezzo e non volesse spendere troppi soldi?

Innanzi tutto direi di partire con un tubo frontale e da un paio di pinne corte, magari morbide. Per la scelta della mono, il mercato è pieno, il problema è reperirle e trovare quella giusta. Con una spesa contenuta si possono trovare delle mono belle e soprattutto valide. Importante è affinarsi nella tecnica e cercare di provare le mono: so che non è cosa facile, ma è l’unico modo per essere sicuri di comprare qualcosa di valido.

In parallelo all’uso della monopinna in piscina usi fare qualche altro allenamento specifico in palestra per migliorare la forza dei muscoli prioritari in uso con tale mezzo?

Oltre all’allenamento specifico in acqua, tendo a fare un allenamento pure in palestra, dove lavoro principalmente a carico naturale e con la palla svizzera su tutte le parti del corpo.

Ci descrivi una tua settimana tipo di allenamento invernale ?

L’allenamento invernale si è basato molto sul nuoto, infatti la mia pausa pranzo veniva trascorsa tutti i giorni con i nuotatori master della Wasken Boys Lodi, inoltre aggiungevo il lunedì sera palestra e nuoto pinnato, il martedì sera statica, il mercoledì sera solo palestra, il giovedì sera potenziamento specifico e il venerdì nuoto pinnato. Il sabato e la domenica (quando presente)vado a fare del nuoto pinnato come correzione e tecnica. Da ora sto entrando più nello specifico dedicandomi all’apnea.

Ora resta l’ultima curiosita’ : ci descrivi in una frase le sensazioni di quando pinneggi nel blu’ usando la monopinna;qualcosa che penso tu possa provare e da regalare ai lettori di questo articolo, qualcosa che faccia venire voglia di provare questo mezzo e soprattutto faccia capire cosa vuol dire fare apnea per chi ama il mare e lo vive nel suo tempo libero, sperando un giorno diventi la sua vita.

E’ difficile descrivere le sensazioni che si vivono con la monopinna: sono innamorato di questo attrezzo e sono tante le emozioni che mi trasmette: mettermi la monopinna e tuffarmi nell’elemento acqua mi dà felicità, gioia e libertà.

Per ultima cosa , sappiamo che stai per festeggiare il tuo “apnea compleanno” ci dai il link del tuo sito e dove possiamo vederti in azione scaricando qualche film dei tuoi record o allenamenti?

Quest’anno festeggio i 10 anni di attività apneistica in Croazia e più precisamente a Rovigno. Esattamente a fine maggio organizzo un grande evento, cioè una tre giorni di apnea e ovviamente monopinna. Tanti cari amici saranno presenti per festeggiare con me: U. Pelizzari, S. Figini, R.Chiozzotto, V.Mazzei, M.Esposito, M.Garaldi, A. Vergendo, M.Musella, R.Gagliardi, R.Mattana e tanti altri ancora. Sul mio sito: www.mikemaric.com si trovano le informazioni relative a questo evento e tutte le iniziative dedicate alla monopinna.

La redazione di Apneaworld e il sottoscritto Alessandro Schiasselloni, ringraziano Mike per la sua disponibilita’ e lo aspettano per un “nuovo record” , logicamente con la “monopinna”.