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APNEA – STORIA

LA STORIA DEI RECORD

Fra le attività sportive più spinte, al limite dell’estremo, entra a pieno titolo anche l’apnea profonda.
Il profondismo è stato scoperto dai mass media soltanto negli ultimi anni e di conseguenza oggi, il grosso pubblico, conosce i nomi dei campioni dell’apnea profonda come il cubano PIPIN e degli italiani PELIZZARI e GENONI.
Anche se c’è il precedente del pescatore di spugne greco Haggi Statti che nel 1913 scese a – 80 in apnea(documentata dal diario di bordo della corazzata italiana Regina Margherita). La nascita di questa specialità risale addirittura al 1949, quando l’immersione cominciava a dare i primi colpi di… pinna.
E, come molte delle pagine della conquista pacifica degli abissi, anche la storia dell’apnea sportiva parla italiano, infatti l’albo d’oro dei primati si apre a Napoli con l’impresa, veramente straordinaria per quei tempi, di RAIMONDO BUCHER che scende a 30 metri.
In quasi cinquant’anni la lotta per il record è stata tenuta viva da una quindicina di uomini e da una decina di donne che sono riusciti, almeno una volta, a scrivere il proprio nome nel libro d’oro della specialità. Spesso si sono scatenati dei veri duelli a distanza fra i protagonisti, come quello fra Bucher e la coppia Falco-Novelli all’inizio degli anni 50 e in seguito fra gli stessi e il sudamericano Santarelli.
Poi il testimone passa al mitico ENZO MAIORCA che rimane al vertice per alcuni anni, fino all’entrata in scena del francese JACQUES MAYOL con il quale inizia una entusiasmante “tenzone” nella quale si inseriscono prima, STEFANO MAKULA per l’assetto costante e poi Pipin.
Gli anni novanta sono caratterizzati dalla lotta all’ultimo metro fra Umberto Pelizzari “Pelo” e Francisco Ferraras “Pipin” attuale detentore del mondiale assoluto con -162 metri.
Dal 1996 si inserisce autorevolmente fra i primatisti mondiali anche l’italiano GIANLUCA GENONI, attuale primatista nell’assetto variabile regolamentato con -122 metri.
Alla fine del 1999 Brett Le Master toglie a Pelizzari il primato dell’assetto costante portandolo a -81 metri.

Nel profondismo femminile, gli anni 60, vedono gli exploits delle sorelle Maria e Giuliana Treleani. Negli anni 80, dominano la scena le sorelle ROSSANA PATRIZIA MAIORCA.
Nel 1985 ottiene il suo primo record mondiale ANGELA BANDINI, che nel 1989, porta il primato assoluto nel variabile a -107 metri superando Maiorca e Mayol.
Negli ultimi anni entrano nel vivo della lotta: prima la cubana DEBORAH ANDOLLO, e poi, TANYA STREETER (primatista dal ’98 nel variabile assoluto con -113 metr); e Andrey Mestre primatista in carica con -125m. ) e la turca YASEMIN DALKILIC, che nel 1999, porta il record dell’assetto costante a -68 metri.

Bisogna precisare subito che i record d’immersione non costituiscono azioni fini a se stesse, ma hanno molti aspetti più che positivi.
In primo luogo, i record, come ogni altra difficile impresa umana, sono l’occasione per misurarsi con se stessi, con i propri limiti e con le proprie forze. In ogni discesa verso l’abisso, dove l’uomo è ancora più piccolo, oppresso da una pressione immane, nella semi oscurità, il profondista trova se stesso, e, solo sfruttando pienamente tutte le risorse psico-fisiche di cui è fornito, riesce a vincere la sua battaglia.
Dal desiderio iniziale è derivato naturalmente, come accade sempre, quello di misurarsi con gli altri, con una motivazione diversa, ossia per il conseguimento della vittoria, per la conquista del gradino più alto del podio. Dalle imprese dei profondisti sono derivati i grandi progressi nello studio della fisiologia e della medicina subacquea.
C’erano negli anni cinquanta dei fisiologi, fra cui il francese Cabarrou, che ponevano alla profondità di cinquanta metri il limite massimo di resistenza dell’organismo umano sottoposto agli stress della pressione e più giù si sarebbe rischiata la morte. Ma tale teoria venne sconfessata grazie al coraggio di Enzo Maiorca che nel 1981, a Siracusa scese a cinquanta metri e l’anno seguente a – 51 senza problemi, confutando la teoria.
Altre preziose informazioni sul comportamento del fisico in immersione, sono state acquisite grazie alle numerose immersioni di Mayol che si sottoponeva a test assai complessi, persino alla profondità di 85 metri e a Pipin che da alcuni anni si sottopone a intensi programmi di ricerca con particolare riferimento alla fisiologia dei mammiferi in immersione.
Oggi, ad esempio è noto un importantissimo automatismo fisiologico, il blood-shift. Letteralmente in medicina iperbarica significa “spostamento del sangue” ed indica una reazione che si realizza sempre, sia pure con intensità diversa, in tutte le condizioni di immersioni; per effetto della pressione dell’acqua la massa sanguigna viene spinta dalla periferia del corpo verso il suo centro dove risiedono gli organi “nobili”, cioè i polmoni e il cuore. Più precisamente il cuore subisce una dilatazione della cavità di destra, che lavorano per pompare il sangue verso i polmoni e una riduzione dell’attività delle cavità di sinistra, incaricate di distribuire il sangue in tutto l’organismo. Ne consegue che i muscoli degli arti periferici vanno incontro ad una inevitabile sottrazione di ossigeno che può essere parzialmente compensata da un efficace allenamento e finalizzato ad un’ adeguata tonificazione dei tessuti muscolari.
Fra gli apneisti in attività che si sottopongono regolarmente a programmi di ricerca ricordiamo anche NICOLA BRISCHIGIARO che nel corso dei suoi primati mondiali di immersioni lineare sotto ghiaccio in quota ha contribuito allo sviluppo degli studi dell’università di Chieti (professor Pier Giorgio Data) e dell’Associazione Mauro Ficini di Prato.
Anche sotto il profilo squisitamente tecnico la corsa alla profondità ha spronato i costruttori a perfezionare alcune attrezzature come maschere, pinne, mute e apparecchiature per le riprese automatiche foto e video sub.
Ma uno degli effetti più positivi è quello promozionale per tutte le attività subaquee e in particolare per l’immersione in apnea, in quanto le quote, sempre più sbalorditive raggiunte nelle profondità marine hanno calamitato sempre di più l’attenzione dei mass media. Però c’è anche chi ha visto nella pratica del profondismo una deleteria azione nei confronti dei giovani inesperti o impreparati che potrebbero essere portati a tentare di emulare i grandi profondisti.

Sotto l’aspetto puramente tecnico i primati d’immersione si dividono in tre categorie:
A) ASSETTO COSTANTE
B) ASSETTO VARIABILE REGOLAMENTATO
C) ASSETTO VARIABILE ASSOLUTO O “NO LIMITS”
(vedi “regolamenti e categorie”)

Dal 1996 la disciplina dell’apnea (statica e profonda), ha fatto un decisivo salto di popolarità e da sport per superman è diventata una specialità veramente agonistico – sportiva.
Il cambio vincente si deve alla AIDA e alla rivista francese Apnea che dal 4 al 6 ottobre hanno organizzato perfettamente in Costa Azzurra il “1° campionato del mondo di apnea”. Al campionato hanno partecipato sette nazioni compresi gli USA e l’Italia ha vinto il primo titolo mondiale.
Nel 1998 Umberto Pelizzari ha organizzato in Sardegna, in collaborazione con il Club Mediterranée e l’ESIT (ente sardo industrie turistiche) il 2° Campionato del Mondo, vinto nuovamente dalla nazionale italiana, di stretta misura sulla Francia e al cospetto di ben nazioni.
Nel 1999 il circo dell’apnea si è trasferito nelle calde acque del Mar Rosso, a El Gouna per il Red Sea Dive Off dove l’ Italia ha fatto tris cogliendo una nuova bella vittoria per Nazioni.
Ai mondiali del 1999 gli atleti si sono cimentati nelle prove di assetto costante in mare, apnea statica e apnea dinamica in piscina ma ci sono anche altre specialità: assetto costante e variabile in acqua dolce; assetto costante a corpo libero e senza pinne; apnea dinamica; apnea dinamica senza pinne.
Come si vede negli ultimi anni c’è stato un vero boom dell’ apnea e ci sono grandi possibilità di ulteriori sviluppi positivi. In quanto ai primati, ce ne sono alcuni che sembrerebbero insuperabili o vicini al limite massimo, come l’ assetto costante o il percorso lineare sotto ghiaccio. Per l’ assetto variabile assoluto o No Limits invece, come del resto hanno dichiarato Pelizzari, Pipin e Genoni, sembra che i margini di miglioramento siano ancora rilevanti e gli stessi campioni ipotizzano in un prossimo futuro il raggiungimento dei 200 metri!