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VERSO LA CHIUSURA LA TECHNISUB

UNA DELLE AZIENDE STORICHE DELLA SUBACQUEA MONDIALE VERSO LA CHIUSURA
Purtroppo, oggi, siamo costretti a dare una pessima notizia per il mondo della subacquea, per 45 lavoratori e per l’economia italiana.
Il fondo d’investimento degli USA Barings, ultimo proprietario della Technisub, con un freddo comunicato di qualche giorno fa, ha comunicato ai 45 dipendenti la “progressiva cessazione delle attività produttive nello stabilimento di Genova” precisando di “aver dovuto affrontare notevoli sfide che hanno inciso pesantemente sui propri flussi di cassa e di conseguenza l’esigenza di ridurre i costi fissi e ripristinare la propria crescita durevole a lungo termine grazie a un’organizzazione più flessibile ed efficiente”.Ovviamente le parole non sono state accolte bene dai sindacati e, naturalmente, dai dipendenti che per tanti anni hanno lavortato per l’affermazione nel Mondo del made in Italy e spesso con prodotti innovativi e determinanti per lo sviluppo delle attività subacquea.
Ecco le parole di Luigi Pianasco, segretario della UILM di Genova: “La Technisub è un’eccellenza riconosciuta a livello mondiale, che ha scritto pagine importanti della storia del nostro territorio con le sue attrezzature per il nuoto e la pesca subacquea. Comunicare con un videomessaggio di pochi minuti la chiusura del sito genovese e il trasferimento di tutte le attività produttive presso l’impianto di Blackburn in Inghilterra è inaccettabile, è un comportamento che lede non solo la dignità delle lavoratrici e dei lavoratori, ma scalfisce anche l’importanza delle istituzioni liguri alle quali oggi chiediamo un interessamento concreto alla vicenda”. E sempre secondo la Uilm Genova ciò che sta accadendo oggi alla Technisub, è la dimostrazione del lato peggiore dei fondi stranieri e delle multinazionali che comprano, spremono, si appropriano delle competenze e, quando decidono di andarsene da un territorio, non si fanno scrupoli delle condizioni in cui lasciano i dipendenti e le loro famiglie.”
Personalmente non sono un esperto di economia ma sono stato per decenni nel mondo del commercio, del marketing e del giornalismo specializzato e mi piace riprendere oggi alcuni passi di una intervista che avevo fatto nel 2006 a Paolo Ferraro, figlio di Luigi, il fondatore della Technisub, pioniere della subacquea, Medaglia d’Oro al Valor Militare.
Alla mia domanda: “Secondo me a livello Unione Europea si dovrebbe vietare qualsiasi tipo di importazione da Paesi che sfruttano in modo brutale degli esseri umani, cosa ne pensi?
Paolo Ferraro rispose: “Hai ragione, ma la storia insegna che questi sistemi collassano, è solo questione di tempo, nel frattempo però ci saranno milioni di lavoratori occidentali che andranno in cassa integrazione e perderanno il posto” Ecco, in poche parole lungimiranti il quadro della situazione”. Possibile che i nostri politici non capiscano quante cose sbagliate piovono dall’Europa addosso all’Italia?
Sulla situazione creatasi in Technisub negli ultimi anni posso ricordare i fatturati negli anni. Nel 2018 21.659.000 euro; nel 2019 20.544.000; nel 2020 fatturato 16.561.000 e nel 2022 fatturato 12.811.000.
La Technisub nacque in un garage di Genova nel 1962 da Luigi Ferraro e Carlos Reimberg. L’azienda continuò a crescere e svilupparsi fino al massimo livello quando aveva ben 150 dipendenti e la sede presso la Fiera del Mare di Genova. Nel 2004 era la terza per fatturato in Italia e aveva un mercato mondiale che ne apprezzava i prodotti. L’entrata degli stranieri nella Technisub ha radici lontane e risale al 1974 quando l’azienda entrò a far parte della della società francese Spirotechnique che poi divenne Aqua Lung ditta all’epoca leader mondiale del settore. La proprietà continuò ad acquisire altre società e negli anni seguenti entrarono nel gruppo: Sea Quest, Apeks, Whites, Omersub, Pelagic e si consolidò la posizione di leader del settore. con 1100 dipendenti, 12 sedi e unità produttive in: Francia, Gran Bretagna, Messico, Canada, USA e Italia.
Ora purtroppo la Barings pensa agli utili e vuol chiudere la sede italiana entro l’anno.
Gianni Risso