SEAC SUB e PIPIN FERRERAS: SI RINNOVA UN SODALIZIO NATO NEL 1987
Francisco Ferreras “Pipin” vent’anni dopo il suo primo record in assetto costante conquistato con attrezzature della Seac sub ha ristabilito un importante rapporto di collaborazione con la nota azienda ligure che gli aveva dato fiducia nel 1987 quando lui era uno sconosciuto pescatore subacqueo cubano.
Per l’occasione il nostro collaboratore Gianni Risso riuscì a formare un piccolo pool di sponsor italiani e con il determinante aiuto della Seac sub che fornì le attrezzature personali per l’apnea a Pipin e quelle tecniche al suo staff di sommozzatori e fu…record mondiale.
Vent’anni dopo la Seac è orgogliosa di essere nuovamente suo sponsor e di averlo nel suo team in qualità di consulente tecnico e di rappresentante esclusivo SEAC SUB per tutto il continente americano.
Pipin Ferreras ha battuto oltre 42 record mondiali di immersione in apnea durante la sua carriera sportiva e professionale che dura da oltre quattro lustri.
Il campione cubano che da anni vive a Miami deve il suo successo a un fisico eccezionale, a un carattere di ferro,a uno stretto e specifico programma di allenamento e all’utilizzo delle migliori attrezzature.
Nel corso della lunga carriera ha trascorso migliaia di ore negli allenamenti in mare e ha fatto centinaia di immersioni superando la barriera dei cento metri (328 feet).
Oggi Pipin è un produttore indipendente, un operatore subacqueo, uno scrittore, un regista, è un esperto degli Oceani e di film subacquei. Ha diretto e scritto decine di documentari durante la sua carriera e ha lavorato con molti noti e importanti produttori e registi di tutto il mondo e continua a farlo.
PIPIN PORTA IL MONDIALE NO LIMIT A -170 METRI E JAMES CAMERON LO RIPRENDE PER IL NUOVO FILM "THE DIVE” CON SALMA HAYEK
Il 12 Ottobre 2003 il profondista cubano Francisco Ferreras “Pipin” ha scritto una nuova esaltante pagina nella storia del profondismo in apnea portando il primato mondiale della specialità “No Limits” o “Assetto Variabile Assoluto” alla fantastica quota di 170 metri.
Prima di addentrarci nella pura cronaca di una impresa strabiliante, ricordiamo che Pipin ha tentato con tutte le sue forze un record veramente al limite delle possibilità umane con l’obiettivo primario di commemorare degnamente sua moglie deceduta in un tragico tentativo di record il 12 ottobre 2002. E visto come erano andate le cose, questo, forse, era l’unico modo possibile per renderle onore.
Per realizzare il suo progetto, denominato “Audrey Memorial” Pipin ha lavorato per tanti mesi attivando una imponente struttura organizzativa basata su: grandi imbarcazioni appoggio, un adeguato team di sommozzatori dislocati alla varie profondità sotto la regia del noto profondisti Tek Diver francese Pascal Bernabé, di due sub apneisti per seguire la fase finale della risalita, di due mini sommergibili, di una squadra di assistenza medica e di rianimazione, di una camera di decompressione situata a pochi minuti di barca dal luogo dell’immersione per salvaguardare la sicurezza dei sommozzatori profondisti e dei più moderni ritrovati tecnologici per il monitoraggio di tutte le fasi della discesa e della risalita da 170 metri.
In particolare è stato utilizzato un computer speciale progettato dall’ingegnere Kim Mac Coy fissato sulla schiena di Pipin e avente lo scopo di rilevare: profondità, temperatura, velocità. Completa anche la copertura videosub.
A tutto questo va aggiunto che per la prima volta nella storia del profondismo, sono state realizzate delle riprese cinematografiche in tempo reale per il nuovo film “The Dive” di James Cameron, anche quando Pipin ha toccato i -170 metri. Cameron ha seguito di persona con molta attenzione ogni fase dell’operazione “Audrey Memorial” entrando idealmente nella storia che vuol portare sul grande schermo ricostruendo le vite parallele di Audrey e Pipin fino al loro incontro, all’amore, ai ricordi dei pochi anni vissuti assieme e alla tragica fine della giovane Audrey.
Era presente sul set anche le nota attrice messicana Salma Hayek che dovrà interpretare la parte di Audrey.
La preparazione dell’operazione “Audrey Memorial” era iniziata mesi prima e Pipin aveva attuato un meticoloso programma di allenamento per presentarsi in perfetta forma al momento sicuramente più importante della sua vita. Giorni e giorni di intensi allenamenti alternando corsa, palestra, impegnative battute di pesca subacquea in apnea, la prima disciplina praticata in gioventù da Pipin.
Nei quindici giorni precedenti il tentativo di record, il più forte profondista di tutti i tempi, fra Miami e Cabo San Lucas, ha eseguito sei discese di allenamento in apnea fra i –100 e i –163 metri di profondità. Quest’ultima l’ha eseguita con facilità il 10 ottobre, stabilendo di fatto un nuovo primato mondiale assoluto. Pipin è molto soddisfatto, caricato, e tutti i presenti concordano: il campione cubano non è mai stato così in forma! Le sue attrezzature per l’immersione sono sempre quelle assai affidabili della Mares, suo sponsor tecnico.
E veniamo al 12 ottobre. Le condizioni meteomarine sono ottime: sole, mare calmo, acqua limpida e assenza di corrente; la temperatura dell’acqua in superficie è di 28°C. La logistica dell’operazione è veramente straordinaria, sia per la sicurezza sia per i controlli e per la copertura video.
E viene il momento della verità. Pipin sta per compiere l’impresa che può riavvicinarlo alla sua Audrey: solo con la mente se tutto va bene e riesce o per l’eternità, in cielo, con l’anima in caso di infausto fallimento.
Il piano operativo di Pipin, collaudato da tanti anni di record, prevede tre immersioni di riscaldamento. In acqua sono tutti pronti, ma Pipin non trova la giusta concentrazione. Ripensa agli attacchi che gli hanno portato nei giorni precedenti alcune persone che credeva amiche e non riesce a ritrovare lo spirito giusto.
Finalmente, ripensando a Audrey, nell’ultima discesa di prova ritrova se stesso ed ecco come descrive il suo stato d’animo: “Mi sono sentito come se stessi scendendo fino in fondo al mare. Sono entrato in uno stato di trance dove Audrey ha preso il controllo su di me. Ho continuato a scendere e mi sono fermato quando mi sono reso conto di essere a trenta metri. Mi sono goduto quel momento, così privato e diverso. Sentivo di essere in contatto con lei. Quando ho sentito la prima contrazione ho incominciato la risalita. Audrey mi ha dato la forza, insieme alla mia abilità ed al suo tocco magico. Quando sono arrivato in superficie Tata (l’assistente apneista) mi ha risvegliato dal trance. Abbiamo controllato assieme il mio computer: segnava 3’ e 22”. Da quest’ultima immersione ho capito di essere pronto per la prova e così è stato”.
Poco dopo l’ingegnere elettronico Kim Mac Coy annuncia in inglese e spagnolo che mancano 5 minuti al via e i sommozzatori dell’assistenza scendono verso le quote prestabilite. L’abilissimo Tek Diver francese Pascal Bernabé va a posizionarsi a –170 metri. Hubert Foucart, grande esperto anche di immersioni speleo prende posto a –140 metri. Chris Brandon, canadese che lavora alle isole Cayman si ferma a –70. Guido Brasse, fotografo sub, staziona attorno ai 40 metri e i due apneisti, un giovane americano e Tata, cubano amico d’infanzia di Pipin stanno pronti in superficie.
James Cameron e i suoi uomini riprendono in continuazione a quote diverse. Poi Pipin parte verso il fondo trascinato da una zavorra di 75 chili seguendo lo stesso cavo guida e la stessa slitta che aveva usato Audrey. Il cubano scende alla fantastica velocità di 2,1 metri al secondo anche grazie al fatto che compensa automaticamente senza fermarsi mai. A 160 metri immette un po’ d’aria nel pallone per rallentare la corsa e si arresta regolarmente a –170. Il nuovo record mondiale è centrato! Pipin è il Re degli abissi. Per la prima volta nella storia dei record ci sono più testimoni alla profondità massima: Pascal Bernabé e l’equipaggio del mini sommergibile Deep Rover, il comandante-pilota e un operatore della squadra di James Cameron.
La profondità è documentata anche dai due computers di Pipin, uno al polso, l’altro sulla schiena, dagli strumenti di bordo del sommergibile e da quelli di Pascal. In profondità l’acqua è molto fredda, 12°C.
Dopo aver toccato il disco, Pipin mette aria nel pallone e riparte verso la superficie; la sua velocità è di 4 metri al secondo. Deve affrontare una distanza che equivale all’altezza di un edificio di 57 piani ma è lanciatissimo. A venti metri dalla superficie, Pipin abbandona il pallone che sfonda il pelo dell’acqua fra una cascata di spruzzi mentre lui prosegue lentamente seguito da vicino da Tata. Dopo 2’ e 39” il campione riemerge vittorioso e appagato. Lasciamo a lui la descrizione dell’impresa.
“Ho completato l’immersione in un tempo che reputo essere il migliore della mia carriera, anche perché gli ultimi venti metri in risalita li ho fatti lentamente. Sono molto contento perché per la prima volta nella storia dei record ho avuto ben tre testimoni alla profondità massima e sono stato ripreso da due telecamere, una digitale era quella del direttore della fotografia di James Cameron L’evento è stato seguito da 85 persone, compresi giornalisti e fotoreporter e la nota attrice messicana Salma Hayek che interpreterà il ruolo di Audrey nel film “The Dive” di Cameron. Ringrazio tutti, anche a nome di Audrey e devo veramente tanto a James Cameron che ringrazio di cuore perché senza il suo sostegno l’immersione non avrebbe avuto lo stesso successo”.
A conferma di quanto ha affermato Pipin ricordiamo alcuni dati dei precedenti record mondiali assoluti: Nel 1998 Gianluca Genoni fece il record a 135 metri nel tempo totale di 3’ e 3”; L’anno seguente si migliorò di tre metri con il tempo di 3’ e 20”. Nello stesso anno, in ottobre a Rapallo Umberto Pelizzari scese a 150 metri in 2’ e 57”. Nel 2000 Pipin stupì il mondo con –162 metri in 3’ e 12”.